martedì 30 novembre 2010
Ventiquattro.
mercoledì 13 ottobre 2010
Ventitre.
Ventidue.
martedì 5 ottobre 2010
Ventuno.
lunedì 30 agosto 2010
Venti.
Torno tranquillo
a torri di terra
troni di pietra
tintinnanti ritmi
guardando il fiore
di carta
sbocciare.
Odo il gemito dei tuoi occhi
ringiovanire i miei sogni,
rinnovare il mio sangue.
Costruisco la nuova Babele
nella terra, ventre caldo
del centro.
Fioriranno angeli e demoni
dalle fessure di pietre
si udiranno parole
mute ed eterne,
lasceranno l'impronta
nell'anima dei nuovi
angeli in fasce
lanceranno maledizioni
a chi nascerà vecchio
e senza occhi.
Francesco Pacchiotti
Luca G. Negro
Diciannove.
La saggezza che la pietra
nuda può raccontare
è fragile.
Costruita su solchi
di mani ruvide
che hanno scavato il mare,
regalato la musica al corallo
e assopito le parole di concave vergini perle
che hanno depredato i monti
dei ruggiti di echi di tempesta
e accarezzato i canti del vento
al movimento quieto e mesto di foglie
scosse dall'ebbrezza di un mio unico pensiero.
Luca G. Negro
Francesco Pacchiotti
sabato 28 agosto 2010
Diciotto.
Perdendomi nell'istante
soffocando le membra della donna
nella stretta di mani calde
mi ritrovo solo, ansimante
distrutto dal cerchio
di passione avida di piacere.
Il sudore che attraversa la fronte,
bagna la sua bocca. Voglio
assetarmi di lacrime vergini
ricamare con sguardi dannati
il dolore violento di muscoli rigidi.
Vendo la carne.
Lascito del desiderio
sporcato dal grumo
di stormi neri
che inondano il mio cuore.
Allieva d'amore
sarai devota solo
al tuo maestro
di perdizione.
Luca G. Negro
Francesco Pacchiotti
Diciassette.
Si muove nevrotica e scolpita
nella lucida erotica plastica
allucinazione alogena
comprata ad una fiera di banalità,
sto perfezionando il desiderio
astraente della carne
nella complessità dell'orgasmo
divampo, fiamma senza luce
guardandola morire,
a coposte gambe incrociate
statua greca senz'anima
vestita a festa,
lentamente, assaporo
il suo gioioso suicidio
e io giocoso e sudicio
dipingo orgie selvagge
nei suoi occhi atoni
con rumore fremendo sorrisi impacciati
e affondando sogni nella carne fresca.
Francesco Pacchiotti
Luca G. Negro
venerdì 27 agosto 2010
Sedici.
Alcuni poeti sopravvivono a sé stessi
in solitari digiuni dopo il grande banchetto,
mostri di desideri calpestati a piedi nudi
incidono in sé stessi popoli e legioni
di pensieri morendone eroicamente
Alcuni poeti nascono per essere soli
e muoiono solo per essere diversi
con uguale tenerezza, stringendo il fiore
dal quale spegnere la sete del sole.
Alcuni poeti bruciano il pensiero
su traccia d'inchiostro, celando la verità
ad apostoli senza occhi per capire
che solo a loro, profeti ubriachi,
sono concessi i segreti della terra,
che nelle stanze del loro cranio
enormi roghi-danze-sudore
dimora la diana vergine.
Alcuni poeti partoriscono senno
che logora le vesti,
stracci vissuti dalla strada.
Allo strisciare delle serpi
il mondo fuggiranno soppressi
al patibolo, sulla piazza gremita
lanceranno sangue
sulle parole sante
minacciando di costruire in un istante
un mondo fatto di parole maledette
e tutti allora piangeranno
chiedendo perdono
e lo chiameranno beato
fottuto marcio e santo.
Francesco Pacchiotti
Luca G. Negro
mercoledì 25 agosto 2010
Quindici.
Perché cerchi la visione
subliminale che nascondo?
Io non ho rose. Conservo le spine
sul cuore appuntito
affilato da tristezze taglienti.
I serpenti di stoffa
cuciti dalle nostre madri
invadono i nostri sguardi
a ricordare che il mondo
è una giostra pericolosa
e giocare è un dovere,
rincorrendo onnipotenza e umiltà.
So chi sono, ho paura di essere.
Fabbrico maschere d'avorio
ascoltando gli umori su volti non miei
plasmo espressioni confezionate
minacciando me stesso
con l'apocalisse di un sorriso.
Luca G. Negro
Francesco Pacchiotti
martedì 24 agosto 2010
Quattordici.
Mi ricordo di non
essere mai nato
una volta soltanto.
Francesco Pacchiotti
Luca G. Negro
lunedì 23 agosto 2010
Tredici.
Voglio vivere senza case e specchi
in lievi boschi. Fuori dal meccanismo
dentato, incastrato tra vite tiepide,
castrate, voci purissime e dannate.
Banale questo perire in castità.
Scelto il castigo non costruisco più castelli,
ma costituisco il sangue
fluido in vena. Il whisky ha effetto.
Abbi paura di me,
voglio sorprendere.
Luca G. Negro
Francesco Pacchiotti
domenica 22 agosto 2010
Dodici.
Dipingo il mio corpo di blu profondo
ritorno alla forma della sostanza.
Riprendo battenti ritmi interrotti
di movimenti muti fluidi nell'acqua
che crea, lega e spinge e ferma.
Brucio le vecchie carte,
scrittura morbida su foglio bianco
e nuovo.
Violo leggi scritte nella pietra
sussurrando libertà al vento
riscrivo la mia pelle vecchia
con parole sottili, soavi.
Dipingo la rosea carne,
nuova veste sottopelle.
Sarà notte senza stelle
zittiremo con l'urlo di guerra
del nostro pensiero
ogni silenzio.
Francesco Pacchiotti
Luca G. Negro
mercoledì 18 agosto 2010
Undici.
Sigarette. Poco tempo per iniziale,
una vita per smettere.
Latente il desiderio di morte
nell'animo dei vivi
e pace in terra agli uomini di buona volontà.
Non avranno l'ultimo respiro.
Danzerò sopra la tomba del cieco,
incontrerò i figli del nuovo sole
e sarò loro, sarò soltanto loro
il vero e puro.
Luca G. Negro
Francesco Pacchiotti
martedì 10 agosto 2010
Dieci.
Vedo castelli costruiti
sulla povera sabbia.
Gente senza età,
padrona di imperi falsi.
Voglio ridurre in rovina
la torre e veder
gli dei cadere giù.
Voglio scoprire nuovi
mondi, nuovi modi
nuovi nodi da slegare,
salpare, cadere e ritornare
mai più chiuso tra fragili mura
mai più chiamato a ricordare
l'inconcretezza di imperi di sabbia.
Ora son libero, chiamami Mondo.
Luca G. Negro
Francesco Pacchiotti
sabato 7 agosto 2010
Nove.
Cascate di luce
piovono acide
dentro ad occhi
appena aperti.
È forse questo
il fragile risveglio
dal sogno?
La terra mi ha forse
appena partorito?
Eppure ho visto
molte volte
foglie morte
in forme cicliche
rinascere.
Il moto lento
di pianeti e mute stelle
è il mio.
Ultima danza delle foglie
nel vento
all'ombra di alberi.
Francesco Pacchiotti
Luca G. Negro
Otto.
Invento strane sensazioni
tra cuore e polmoni
respiro aria ruvida
di pensieri sporchi ribelli.
Invento strane posizioni
tra cervello e arti
nel movimento scomposto.
Traccio imprecise linee d'aria
visibili nello spostamento,
nel viaggio continuo, immobile
attorno a me stesso.
Francesco Pacchiotti
Luca G. Negro
giovedì 5 agosto 2010
Sette.
Caduto in trappola
ragnatela di falsità
mi reggo su un bastone
di antica saggezza
vincastro di vita poggiato
sulla terra umida
forgiato da uomini
con occhi di cielo.
Divina la mente spazia
etere fra lamenti e indugi
assorta nel segno.
Luce deformata nella rete
disegna paurose ombre d'inconscio
arcane capriole di vita,
virtù depredata nell'abito bianco
si rivela mestruo rosso
di un mondo perso e poi
ritrovato dentro me.
Luca G. Negro
Francesco Pacchiotti
mercoledì 4 agosto 2010
Sei.
Alito vita
sui tuoi occhi
misurando sogni
piegati di carta
baciati sul collo e pudicamente respinti.
Piango tremando
solo nel buio, quel
pensiero di luce
tu hai spento.
Quel pensiero di luce
tu hai spinto
in cieli chiusi.
E allora chiudiamo
le finestre dei sogni,
per una notte ho creduto
di poter dormire
ascoltando il tuo odore.
Luca G. Negro
Francesco Pacchiotti
lunedì 2 agosto 2010
Cinque.
Vibra essenziale
ruggendo la corda
passando brivido
e piacere tra seni
caldi e generosi
coperti da fiori bianchi
candidi e rigogliosi.
Odore che sazia la carne
desio palpitante nei corpi
come scure architetture
primitive e vive
erette in profondità.
Sfiorando fuochi e cieli.
Francesco Pacchiotti
Luca G. Negro
lunedì 26 luglio 2010
Quattro.
Gocce di whisky
cadono sul foglio
caduche preghiere
a un dio ubriaco
assorto in alcoliche
genesi e passioni, pomeriggi
a svuotare il bicchiere.
Con risate le abbiamo toccato le cosce,
le abbiamo rubato
il profumo dalla pelle.
Luca G. Negro
Francesco Pacchiotti
domenica 25 luglio 2010
Tre.
I tuoi capelli sono tentacoli
all'ombra del sole.
Corpo a corpo
tu medusa dagli occhi fatali
scivoli tra fatiche di respiri
per assaggiare i battiti del mio cuore.
Scolpisci dentro me l'ara
di fuochi eterni
imbastendo i miei pensieri
con fili di luce.
Orgia organizzata nella mente
mentre guardo nei tuoi occhi
bagnati lacrime candide.
Perdona il mio essere divino
nel simposio dei movimenti
son demone dietro la seta bianca.
Luca G. Negro
Francesco Pacchiotti
venerdì 23 luglio 2010
Due.
La mente si inchina
nera come ali di corvo
avvolgendo braccia in coma.
Assopita nell'assenzio,
naufragata in dormi-veglia.
La terra ha un suono opaco
gridato e sordo
umido e arcano
segregato dentro mura
d'avorio, non lasciarlo uscire.
Ascoltalo morire. Siediti
e scuoti la terra ancora.
Fiori secchi e rossi
senza petali decadono.
Perdere la vita d'estate.
Francesco Pacchiotti
Luca G. Negro
giovedì 22 luglio 2010
Uno.
Regina tra le api
oscura e fertile,
ipnotica e sinuosa
la macchina muove le fila.
Sensuale volo tra fertili
cuccette di treni a vapore.
Ho scelto la seconda classe
per godere il viaggio, il profumo
e il cielo.
Vetri d'aria separano
gli dei da folli.
Pagliacci della notte, siete tra noi?
Scivolate da pensieri sporchi
ribaltate al crimine il sorriso
e danzate come gli spiriti nascosti
tra lenzuola sudate.
Sorprendetemi nel sogno che aspetto da tempo,
il peccato del mortale uomo è seduzione
in un letto di borchie e spigoli di un freddo mobile troppo immobile.
Fragilità di cristalli,
il corpo un mantello
scuro e sacro
fluido e blasfemo
capace di scendere
in profondità calde
e scaldarsi di carne.
Disertami. Ubriacami, Dioniso maledetto.
Francesco Pacchiotti
Luca G. Negro