venerdì 27 agosto 2010

Sedici.

Alcuni poeti sopravvivono a sé stessi

in solitari digiuni dopo il grande banchetto,

mostri di desideri calpestati a piedi nudi

incidono in sé stessi popoli e legioni

di pensieri morendone eroicamente


Alcuni poeti nascono per essere soli

e muoiono solo per essere diversi

con uguale tenerezza, stringendo il fiore

dal quale spegnere la sete del sole.


Alcuni poeti bruciano il pensiero

su traccia d'inchiostro, celando la verità

ad apostoli senza occhi per capire

che solo a loro, profeti ubriachi,

sono concessi i segreti della terra,

che nelle stanze del loro cranio

enormi roghi-danze-sudore

dimora la diana vergine.


Alcuni poeti partoriscono senno

che logora le vesti,

stracci vissuti dalla strada.


Allo strisciare delle serpi

il mondo fuggiranno soppressi

al patibolo, sulla piazza gremita

lanceranno sangue

sulle parole sante

minacciando di costruire in un istante

un mondo fatto di parole maledette

e tutti allora piangeranno

chiedendo perdono

e lo chiameranno beato

fottuto marcio e santo.


Francesco Pacchiotti

Luca G. Negro

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