mercoledì 13 ottobre 2010

Ventitre.



In celle bianche di cemento
consumiamo le suole di scarpe-menti
tenendo il tempo di marce di spilli
cucendo pensieri a dolore pulsante

Raggruppati in cerchio
a capo chino, sguardo alla terra
raccogliendo nelle ematiche mani
sole speranze sorde di neve
che copre, zittisce, acceca

Macchine di non pensieri
gridiamo isterici schermo-immagini
piangendodentro per qualcosa
perso nella lontanissima alba
tra carne ossa muscoli elettrici
che un tempo erano uomo


Francesco Pacchiotti
Luca Giovanni Negro

Ventidue.



Con la punta di scura pupilla
la dipingo nuda e persa
nell'immensa notte della tela nera
inconsapevole preda del mio sguardo
la imprigiono nell'ardente silenzio
di un desiderio tessuto con fili
di agili simmetrici palpiti

Non ha ombre sulle labbra
non più lacrime
sopra luoghi di pietra nera abbandona
la veste del finto simposio, la
semplicità del non colore

Su lunghi capelli sciolti
brucia una fiamma eterna
che porto segreta
in ogni notte dolce
e tremenda


Francesco Pacchiotti
Luca Giovanni Negro

martedì 5 ottobre 2010

Ventuno.



Tossiremo immagini
di malata bellezza
addormentandoci su
labirintiche stanchezze
celando il lascivo
sentimento della muta,
ombra e impronta sulla rena selvaggia

Eppure sentiamo pensieri ribelli
crepare gli spessi muri dei templi
Sentiamo la voce fresca dei boschi
corrodere orecchie a forza sorde
Sentiamo la vita gridare
in una lacrima
e morire su nero asfalto

Dormire sulle spoglie della battaglia
ogni notte, abbiamo bruciato il sangue,
mediocri eroi sottomessi
illuminati da luce di neon
sopra carte sudate, stringono
tra mani sporche il finto alloro


Francesco Pacchiotti

Luca Giovanni Negro