lunedì 6 febbraio 2012

RI-NASCITA

Movimenti di stelle
In cerchio
Attorno al punto fermo
Nello spazio scuro tra
Un gesto e l'eterno,
Bile primordiale
Della turbina celeste
Pupilla embrionale
Magnete gravido
Di idrogeno neurale,
Tu sei spirito
Scricchioli di schegge di ghiaccio
Non muovi né respiri
Solo sei
In bilico annusando muschi su pelle di quercia
Resti
Mi chiami con corda metallica
Con morbido vento
Scavando l'orecchio
Ma non so sceglierti
Perché non so se sei,
Se sei moglie buona a filar la lana
O puttana
Che respiri veleni
E togli i bianchi veli
E ti lasci fare carezze
Da sguardi di fango
Che fanno eco nel fondo dei tuoi occhi
A suoni carnali,
Sogni di carne
E flusso di coscenza guardare
Pensieri marcire
Labbra di coagulo
Anima in lembi
Rovesciando lo zenith vetro
Di bicchieri
E lo stomaco crepare nella sete
Cervello di sinapsi congelare.
Brucia e piangi, Babilonia.

mercoledì 10 agosto 2011

Trentasette.

Chi ha risvegliato
l'eterno fuoco tra
le ossa e la carne
del mio torace?
Sono nato nella fiamma del pianto,
e poi il lungo sonno
nel limbo delle false orifiamme,
giacendo affamato.
Chi mi ha mostrato
le visioni contemplate
senza senno? Chi mi ha reso poi
la vista?
Per un istante il mio spirito
è stato ammesso all'eterno,
l'albero della vita
ha lasciato cadere il suo seme
dentro il mio cuore,
comprendo in me,
ri-sveglio.

Francesco Pacchiotti
Luca G. Negro

sabato 6 agosto 2011

Trentasei.

Luci in movomento,
nel cielo, veloci stelle
si apre un varco nella mente
di sacro silenzio, e lì
dove pensava fosse tutto fermo
vede il moto eterno.

Nulla si crea
nulla si distrugge.

Luca G. Negro
Francesco Pacchiotti

martedì 2 agosto 2011

Trentacinque.

Possiedo la saggezza
del vecchio e grande masso
incastrato nella terra e nel cielo.
Saggiato da braccia in ascesa,
dalle nude menti sopra la pietra
danzano seguendo linee
della sua antica pelle,
cercano il suo spirito
celato oltre lo sguardo
imparando l'elegante
leggerezza della pietra.
Canti silenziosa solitudine
tra castagni in fiore,
tu, sapiente forma,
canti gli anni e il tempo
con un orecchio donato al cielo,
e l'altro alla terra.

Luca G. Negro
Francesco Pacchiotti

venerdì 10 giugno 2011

Trentaquattro.

Io e lei siamo scolpiti nel vento
informi soffi di Eros nell'aria
tremiamo terrorizzati di svanire,
trasparenti tratti di ardore.
Percuotiamo la terra, rendiamola
fertile con organi sonanti
percuotiamo corpi sudati
stringendo il respiro, io e lei
ansanti nel buio tribale
siamo totem ancestrali
uniti nell'estremo gesto di morte,
unica occasione di essere vivi.

Francesco Pacchiotti
Luca G. Negro

domenica 5 giugno 2011

Trentatre.

Uomo e donna si amano scimmieschi
i loro sguardi si intendono nella vanità
ostentata negli stracci che coprono i sessi,
hanno corso per coprire la distanza
di due corpi nel coro
di anime nel canto virtuose,
unite per restare sole
al capezzale della vita uccisa in occhi lontani.
Hanno percorso il loro corpi in tondo
senza trovare uscita
al labirinto di pulsioni.

Scheggiano le cosce une contro le altre
per liberarsi
per distruggersi
e vivere una vita di eterna vergogna
per avere cuori neri, appassiti,
capaci solo di paura.

Francesco Pacchiotti
Luca G. Negro

martedì 29 marzo 2011

Trentadue.

Funambolo poeta di vuoti
pensiero leggero in flusso
cammina su altissimi roghi
sotto bruciano anime-cemento
del lamento romantico
ora nullo,

poeta, cerca nel vuoto la fiamma
e l'acqua. Purificala nel verso
liberato e nuovo,
re del passato
vivo nel vero, ora e poi.

Poeta che brucia a mezz'aria
in equilibrio tra vuoti
tempesta di silenzi
sul filo sottile di parole
nella carte vergine
penna e inchiostri,
non più asfalto, ma aratro
nella terra di sudore bagnata
per il frutto
non più rosso né blu, ma fluido
pensiero grigio e vuoto.

Francesco Pacchiotti
Luca G. Negro