lunedì 30 agosto 2010

Venti.

Torno tranquillo

a torri di terra

troni di pietra

tintinnanti ritmi

guardando il fiore

di carta

sbocciare.


Odo il gemito dei tuoi occhi

ringiovanire i miei sogni,

rinnovare il mio sangue.


Costruisco la nuova Babele

nella terra, ventre caldo

del centro.

Fioriranno angeli e demoni

dalle fessure di pietre

si udiranno parole

mute ed eterne,

lasceranno l'impronta

nell'anima dei nuovi

angeli in fasce

lanceranno maledizioni

a chi nascerà vecchio

e senza occhi.


Francesco Pacchiotti

Luca G. Negro

Diciannove.

La saggezza che la pietra

nuda può raccontare

è fragile.

Costruita su solchi

di mani ruvide

che hanno scavato il mare,

regalato la musica al corallo

e assopito le parole di concave vergini perle

che hanno depredato i monti

dei ruggiti di echi di tempesta

e accarezzato i canti del vento

al movimento quieto e mesto di foglie

scosse dall'ebbrezza di un mio unico pensiero.


Luca G. Negro

Francesco Pacchiotti

sabato 28 agosto 2010

Diciotto.

Perdendomi nell'istante

soffocando le membra della donna

nella stretta di mani calde

mi ritrovo solo, ansimante

distrutto dal cerchio

di passione avida di piacere.

Il sudore che attraversa la fronte,

bagna la sua bocca. Voglio

assetarmi di lacrime vergini

ricamare con sguardi dannati

il dolore violento di muscoli rigidi.


Vendo la carne.

Lascito del desiderio

sporcato dal grumo

di stormi neri

che inondano il mio cuore.


Allieva d'amore

sarai devota solo

al tuo maestro

di perdizione.


Luca G. Negro

Francesco Pacchiotti

Diciassette.

Si muove nevrotica e scolpita

nella lucida erotica plastica

allucinazione alogena

comprata ad una fiera di banalità,


sto perfezionando il desiderio

astraente della carne

nella complessità dell'orgasmo


divampo, fiamma senza luce

guardandola morire,

a coposte gambe incrociate

statua greca senz'anima

vestita a festa,

lentamente, assaporo

il suo gioioso suicidio

e io giocoso e sudicio

dipingo orgie selvagge

nei suoi occhi atoni

con rumore fremendo sorrisi impacciati

e affondando sogni nella carne fresca.


Francesco Pacchiotti

Luca G. Negro

venerdì 27 agosto 2010

Sedici.

Alcuni poeti sopravvivono a sé stessi

in solitari digiuni dopo il grande banchetto,

mostri di desideri calpestati a piedi nudi

incidono in sé stessi popoli e legioni

di pensieri morendone eroicamente


Alcuni poeti nascono per essere soli

e muoiono solo per essere diversi

con uguale tenerezza, stringendo il fiore

dal quale spegnere la sete del sole.


Alcuni poeti bruciano il pensiero

su traccia d'inchiostro, celando la verità

ad apostoli senza occhi per capire

che solo a loro, profeti ubriachi,

sono concessi i segreti della terra,

che nelle stanze del loro cranio

enormi roghi-danze-sudore

dimora la diana vergine.


Alcuni poeti partoriscono senno

che logora le vesti,

stracci vissuti dalla strada.


Allo strisciare delle serpi

il mondo fuggiranno soppressi

al patibolo, sulla piazza gremita

lanceranno sangue

sulle parole sante

minacciando di costruire in un istante

un mondo fatto di parole maledette

e tutti allora piangeranno

chiedendo perdono

e lo chiameranno beato

fottuto marcio e santo.


Francesco Pacchiotti

Luca G. Negro

mercoledì 25 agosto 2010

Quindici.

Perché cerchi la visione

subliminale che nascondo?

Io non ho rose. Conservo le spine

sul cuore appuntito

affilato da tristezze taglienti.

I serpenti di stoffa

cuciti dalle nostre madri

invadono i nostri sguardi

a ricordare che il mondo

è una giostra pericolosa

e giocare è un dovere,

rincorrendo onnipotenza e umiltà.


So chi sono, ho paura di essere.


Fabbrico maschere d'avorio

ascoltando gli umori su volti non miei

plasmo espressioni confezionate

minacciando me stesso

con l'apocalisse di un sorriso.


Luca G. Negro

Francesco Pacchiotti

martedì 24 agosto 2010

Quattordici.

Mi ricordo di non

essere mai nato

una volta soltanto.


Francesco Pacchiotti

Luca G. Negro

lunedì 23 agosto 2010

Tredici.

Voglio vivere senza case e specchi

in lievi boschi. Fuori dal meccanismo

dentato, incastrato tra vite tiepide,

castrate, voci purissime e dannate.

Banale questo perire in castità.

Scelto il castigo non costruisco più castelli,

ma costituisco il sangue

fluido in vena. Il whisky ha effetto.

Abbi paura di me,

voglio sorprendere.


Luca G. Negro

Francesco Pacchiotti

domenica 22 agosto 2010

Dodici.

Dipingo il mio corpo di blu profondo

ritorno alla forma della sostanza.

Riprendo battenti ritmi interrotti

di movimenti muti fluidi nell'acqua

che crea, lega e spinge e ferma.

Brucio le vecchie carte,

scrittura morbida su foglio bianco

e nuovo.

Violo leggi scritte nella pietra

sussurrando libertà al vento

riscrivo la mia pelle vecchia

con parole sottili, soavi.

Dipingo la rosea carne,

nuova veste sottopelle.


Sarà notte senza stelle

zittiremo con l'urlo di guerra

del nostro pensiero

ogni silenzio.


Francesco Pacchiotti

Luca G. Negro

mercoledì 18 agosto 2010

Undici.

Sigarette. Poco tempo per iniziale,

una vita per smettere.

Latente il desiderio di morte

nell'animo dei vivi

e pace in terra agli uomini di buona volontà.

Non avranno l'ultimo respiro.

Danzerò sopra la tomba del cieco,

incontrerò i figli del nuovo sole

e sarò loro, sarò soltanto loro

il vero e puro.


Luca G. Negro

Francesco Pacchiotti

martedì 10 agosto 2010

Dieci.

Vedo castelli costruiti

sulla povera sabbia.

Gente senza età,

padrona di imperi falsi.


Voglio ridurre in rovina

la torre e veder

gli dei cadere giù.


Voglio scoprire nuovi

mondi, nuovi modi

nuovi nodi da slegare,

salpare, cadere e ritornare

mai più chiuso tra fragili mura

mai più chiamato a ricordare

l'inconcretezza di imperi di sabbia.


Ora son libero, chiamami Mondo.


Luca G. Negro

Francesco Pacchiotti

sabato 7 agosto 2010

Nove.

Cascate di luce

piovono acide

dentro ad occhi

appena aperti.

È forse questo

il fragile risveglio

dal sogno?

La terra mi ha forse

appena partorito?

Eppure ho visto

molte volte

foglie morte

in forme cicliche

rinascere.

Il moto lento

di pianeti e mute stelle

è il mio.

Ultima danza delle foglie

nel vento

all'ombra di alberi.


Francesco Pacchiotti

Luca G. Negro

Otto.

Invento strane sensazioni

tra cuore e polmoni

respiro aria ruvida

di pensieri sporchi ribelli.

Invento strane posizioni

tra cervello e arti

nel movimento scomposto.

Traccio imprecise linee d'aria

visibili nello spostamento,

nel viaggio continuo, immobile

attorno a me stesso.


Francesco Pacchiotti

Luca G. Negro

giovedì 5 agosto 2010

Sette.

Caduto in trappola

ragnatela di falsità

mi reggo su un bastone

di antica saggezza

vincastro di vita poggiato

sulla terra umida

forgiato da uomini

con occhi di cielo.

Divina la mente spazia

etere fra lamenti e indugi

assorta nel segno.

Luce deformata nella rete

disegna paurose ombre d'inconscio

arcane capriole di vita,

virtù depredata nell'abito bianco

si rivela mestruo rosso

di un mondo perso e poi

ritrovato dentro me.


Luca G. Negro

Francesco Pacchiotti

mercoledì 4 agosto 2010

Sei.

Alito vita

sui tuoi occhi

misurando sogni

piegati di carta

baciati sul collo e pudicamente respinti.

Piango tremando

solo nel buio, quel

pensiero di luce

tu hai spento.

Quel pensiero di luce

tu hai spinto

in cieli chiusi.

E allora chiudiamo

le finestre dei sogni,

per una notte ho creduto

di poter dormire

ascoltando il tuo odore.


Luca G. Negro

Francesco Pacchiotti

lunedì 2 agosto 2010

Cinque.

Vibra essenziale

ruggendo la corda

passando brivido

e piacere tra seni

caldi e generosi

coperti da fiori bianchi

candidi e rigogliosi.

Odore che sazia la carne

desio palpitante nei corpi

come scure architetture

primitive e vive

erette in profondità.


Sfiorando fuochi e cieli.


Francesco Pacchiotti

Luca G. Negro